In Le vie dell'olio

L’ “Olio di Oneglia e/o di Porto Maurizio”, dal 1923 più semplicemente l’“Olio di Imperia”, è sempre stato sinonimo di garanzia e qualità.

Ma come si è venuta a creare una fama così importante attorno alla città di Imperia ed al suo olio?

Tutto nacque tra la metà del XIX Secolo e l’inizio del Novecento, periodo in cui i produttori oleari di Imperia (un tempo divisa in Porto Maurizio e Oneglia) iniziarono a prestare sempre più attenzione alle modalità con cui conquistare i mercati internazionali ed i loro consumatori.

L’aumento significativo delle vendite delle produzioni locali spronò gli imprenditori dell’epoca a studiare attività che oggi definiremmo vere e proprie “azioni di marketing”, finalizzate a conquistare e fidelizzare fasce di clientela sempre più ampie.

Nel 1850 un commerciante d’olio onegliese, tale Nicola Ramella, con il suo marchio “Fidelissima” abbozzò un primo tentativo di reclamizzare i propri prodotti in varie località del Piemonte.

Questo primo esperimento di strategia pubblicitaria, che portò buoni frutti, fece nascere nei produttori locali l’esigenza di dedicare maggiore tempo e risorse alla pratica propagandistica, adottando tecniche di vendita e forme pubblicitarie sempre più innovative, capaci di far presa sui consumatori.

Tra le aziende che ebbero le intuizioni più interessanti non si può dimenticare quella geniale di Mario Novaro dell’azienda Sasso, che decise di porre sullo stretto di Gibilterra una gigantesca affissione dell’olio Sasso, l’ultimo ricordo del paese di origine degli italiani emigranti. Decise poi di intraprendere la stessa iniziativa nei principali porti di arrivo degli emigranti, così da ricordare loro che per sentirsi a casa, anche a migliaia di km di distanza, l’Olio Sasso era la soluzione.

Inoltre, a fine ‘800 gli imprenditori oleari di Imperia, oltre agli sforzi pubblicitari, si prodigarono per far conoscere ed ottenere riconoscimenti per le doti qualitative dei loro prodotti: una sorta di consacrazione della loro superiorità qualitativa agli occhi del consumatore.

Da qual momento le case olearie imperiesi iniziarono a partecipare a moltissime esposizioni e concorsi nazionali ed internazionali ed i premi ottenuti venivano mostrati sia sulle confezioni che nei messaggi promozionali.

La ditta “Agnesi & Giaccone” l’“Amazon” del XIX Secolo.

Un esempio virtuoso di nuove tecniche di vendita per promuovere l’olio locale fu la Ditta “Agnesi & Giaccone”, fondata nel 1888 ad Oneglia dall’Avv. Vincenzo Agnesi, discendente di un’antica famiglia di Industriali liguri, e dal Comm. Eugenio Giaccone, piemontese, figlio di un rinomato imprenditore tessile.

L’azienda si prefisse lo scopo di rinnovare totalmente il commercio dell’olio di oliva attraverso la tecnica della vendita diretta al consumatore finale, quella che oggi definiremmo vendita per corrispondenza.

Al fine di aumentare la propria notorietà ed intensificare la credibilità nei consumatori, la Agnesi & Giaccone ricorse ad una campagna di vaste dimensioni sia utilizzando spazi nei quotidiani nazionali sia affiggendo manifesti pubblicitari in molte città italiane, utilizzò altresì la tecnica dell’invio a potenziali clienti di stampe propagandistiche.

Inoltre i rappresentanti dell’azienda, per espresso volere di Vincenzo Agnesi, avevano il compito di consegnare l’olio su calessi facilmente riconoscibili per mezzo di un’apposita divisa, in modo da facilitare al consumatore l’identificazione dell’azienda in qualsiasi città italiana.

Questo metodo, all’epoca considerato innovativo, portò l’azienda a diventare ben presto leader di mercato nella consegna dell’olio a domicilio, nonché tra i pionieri di una tecnica di vendita dell’olio che influenzò le aziende a venire.

 

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